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Fino a che prezzo può arrivare un immobile in asta?

Argomento scottante

Buona estate amici astofili bresciani,

spesso in questi giorni, le persone, che mi contattano, interessate per gli immobili in asta da settembre mi domandano:

“Ma secondo lei, di quanto si può alzare il prezzo di un immobile durante la gara?”

E io rispondo:

” Non riesco a dare questa risposta perchè le variabili sono davvero molte, potrebbe anche non alzarsi il prezzo, qualora lei fosse l’unico offerente.”

Tuttavia il mio interlocutore non soddisfatto incalza:

“Non riesce neanche a darmi una percentuale di media, non esiste una media?”

E poi aggiunge:

” Le faccio un esempio: se il prezzo di un immobile in asta parte da 80 mila euro, a che prezzo può arrivare?”

Tra me e me sorrido benevolmente, e gli rispondo:

” Lei mi pone la stessa domanda di prima, ma riformulata con parole diverse, allora, con ironia le rispondo che non ho fatto il corso da Mago Merlino, quindi non posso prevedere il futuro. Non posso vedere le intenzioni celate nelle teste delle persone quando partecipano ad un’asta!”

Il mio utente, anche lui sorride e finalmente comprende.

Aggiungo poi che le variabili che determinano l’innalzamento del prezzo sono soggettive, ad esempio un offerente desidera acquistare un immobile che magari è accanto a quello dei suoi genitori o magari è situato nel suo stesso palazzo e lo compra per il figlio, dunque sarà disposto a pagarlo di più perchè oltre al valore economico per lui esiste un valore affettivo, emotivo, che non ha prezzo.

Altre volte ci sono variabili oggettive come ad esempio la presenza di forti spese occulte o di sanatorie legali o urbanistiche che limitano la possibilità di fare rilanci.

Bisogna tener presente il prezzo di partenza, poi il reale valore di mercato, il proprio valore affettivo/emotivo.

Si devono poi sommare tutte le spese accessorie che si dovranno esborsare in caso di aggiudicazione come ad esempio le imposte, costi notarile per trasferimento del bene, o per l’atto di mutuo, se serve, aggiungere i  costi di cancellazione dei gravami per alcune procedure.

Poi ci sono i costi per la liberazione dell’immobile che sono esborsi economici o semplicemente l’attesa, ma nel frattempo si paga anche l’affitto e magari in contemporanea la rata del mutuo e l’Imu per il periodo in cui non si trasferisce la residenza, per chi richiede i benefici sulla prima casa.

1 – Consiglio di eseguire una valutazione veritiera dell’immobile allo stato in cui si trova e rispetto al valore attuale di mercato.

2 – Si scrivono tutti queste cifre, corrette e non ipotizzate, su un foglio e così si inizia a capire quale è il reale vantaggio e quale potrebbe essere il tetto massimo da raggiungere in caso di gara.

Ci vediamo con il prossimo post in cui parleremo di un’altra scottante domanda:

“Se l’immobile è abitato, in quanto tempo si libera?”

Ciao

Desideri avere maggiori informazioni in merito all’argomento di questo post?

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